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Intervista a Odette Richard


L´esperienza olimpica

Odette Richard ha ottenuto una wildcard per partecipare ai Giochi olimpici di Pechino della scorsa estate, dove si è classificata sl 23-esimo posto nelle qualificazioni. È per quattro volte stata campionessa nazionale.

Intervista condotta via email, 20 ottobre 2008

Di chi parliamo

Nome: Odette Richard
Data di nascita: 18/07/1988
Nazione: Sud Africa


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- Hai vissuto l´esperienza dei Giochi Olimpici di Pechino. Congratulazioni! Come è stato vivere questa esperienza?

È stato un sogno e è stata necessaria una grande esplorazione personale per arrivare a questo livello.

- È qualcosa che ricorderai per sempre?

Penso che ci siano così tanti momenti speciali da non poter dimenticare mai l´intera esperienza. Ma quello che spicca su tutti è il ricordo dell'uscita dal palazzetto dopo la gara e il rendersi conto che era finita.

- Pensi che le Olimpiadi siano l´esperienza più alta per un atleta, e in particolare per una ginnasta?

Sì, perché non solo unisce il mondo, ma anche tutti gli atleti provenienti dalle più diverse discipline sportive, e quindi è un´emozione senza paragoni.

- Ti aspettavi di ottenere la wilcard per Pechino dopo i mondiali di Patrasso?

Sì, me lo aspettavo e lo speravo essendo la migliore ginnasta africana. Era ciò che speravo andando a Patrasso.

- Molte persone ritengono che le wildcard spesso non siano un scelta intelligente, dato che limitano il numero delle migliori ginnaste che hanno la possibilità di gareggiare. Cosa ne pensi?

Capisco che sembri ingiusto soprattutto per i ginnasti che perdano lo spot per le Olimpiadi per pochissimo. Eppure, l´idea delle Olimpiadi è quella di unire il mondo e di far crescere lo sport ovunque, perciò avere le wildcard ispira le nazioni a far crescere il livello sportivo, dato che vengono motivate a far parte di un evento talmente prestigioso.

- Come è stato vivere al villaggio olimpico?

Credo che sia una grande parte dell´esperienza olimpica, come cenare con atleti provenienti da tutto il mondo, e la libertà e la sicurezza sono sorprendenti. Al villaggio olimpico c´è un clima che a mio avviso lo rende davvero unico e speciale.

- Cosa ci puoi raccontare della cerimonia di apertura/chiusura?

Durante la cerimonia di apertura mi stavo ancora allenando in Sud Africa, ma l´ho guardata in TV e il vero spirito di solidarietà e partecipazione di massa è stato fantastico grazie all´uso di tante persone. Penso che la cerimonia di apertura sarà molto difficile da battere in futuro. Sono andata alla cerimonia di chiusura, con l´autobus di Londra, e solo per l´atmosfera in quel momento... faresti di tutto per partecipare alla prossima Olimpiade.

- Credi che il sistema di giudizio sia il punto debole della ginnastica ritmica?

Penso che possa essere visto come uno sport soggettivo in una certa misura, ma una ginnasta in gara non riesce a controllare il giudizio, ma solo la propria preformance in pedana.

- Speri che ci siano delle modifiche nella ginnastica ritmica con il nuovo codice?

Spero che la ginnastica ritmica diventi più espressiva e che si riesca a vedere lo stile unico di ogni ginnasta.

- Come hai iniziato questo sport?

Quando avevo cinque anni mia madre mi portò in palestra dato che lavorava, e cosí cominciò tutto! Quindici anni dopo sono stata onorata di partecipare alle Olmpiadi.

- Chi sono le tue ginnaste preferite (del presente e del passato)?

Yanina Batyrchina, Irina Tchachina e dopo queste Olmpiadi Natalia Godunko.

- Qual è il tuo attrezzo preferito?

Non ho un attrezzo preferito, mi piacciono tutti.

- Riguardo ai tuoi esercizi: scegli tu la musica e la coreografia o vengono scelte dall´allenatrice?

Adriana Dunavska mi ha aiutato a coreografare gli esercizi; le musiche sono state scelte da lei, da me, e dalla mia allenatrice Maureen van Rooyen.

- Chi è la tua allenatrice?

Come ho già accennato, è Maureen van Rooyen, che ha dato inizio a questa disciplina in Sud Africa e mi ha allenato durante tutta la mia carriera.

- Maureen van Rooyen ha iniziato la ginnastica ritmica in Sud Africa dal "nulla"? Puoi raccontarmi qualcosa della sua esperienza?

Ha portato la ritmica dalla Germania, dove andò ad imparare le basi. Lei e Isabel Van Achterburg, attuale direttrice tecnica della ginnastica ritmica in Sud Africa, hanno creato tutto dal principio. So che per lei è stato sorprendente imparare tanto e avere una ginnasta in gara ai Giochi olimpici.

- Quanto ti alleni?

Dipende dal giorno e se ci sono gare vicine o meno, ma intorno alle 5-8 ore per 6 giorni alla settimana. Questo per gli ultimi due anni, perchč precedentemente frequentavo la scuola che in Sud Africa va dalle 7:30 alle 14:30 e poi mi allenavo dalle 15 alle 19.

- Sembri piena di gioia in pedana. Come sei dentro e fuori la palestra?

Mi piace essere felice e gioiosa ma questo non è sempre possibile nella vita, soprattutto durante la preparazione di un evento di tale portata. Alcuni giorni in palestra non sono stati facili, ma nel complesso penso di essere frizzante e divertente.

- Questo sport è popolare o lo sta diventando in Sud Africa?

Mi piace sperare che lo sia, ma è ancora in fase di sviluppo, le strutture per gli allenamenti e i fondi sono difficili da reperire. Auspicabilmente con una buona gestione la ginnastica in questo paese potrà crescere ad un livello di classe mondiale, ma questo richiederà un certo tempo.

- Trovi difficile essere lontana dall´Europa, il cuore della ginnastica ritmica?

Sì, è difficile: fare molte gare è difficile e costoso, e si è sempre un po´ indietro rispetto altri altri sulle nuove tecniche.

- Gareggiando hai viaggito molto. Quale paese ti è piaciuto di più visitare?

Mi sono allenata con molte ginnaste e allenatrici bulgare e vorrei andare a fare loro visita. Vorrei anche andare in alcuni dei paesi e vedere il paese e non solo la palestra :-)

- Chi sono le tue migliori amiche nella ginnastica?

Una buona amica è Belinda Potgeiter che è stata la campionessa africana prima di me e ora studia medicina. Le ragazze della squadra bulgara sono le persone pił vicine che ho nel mondo della ginnastica in questo momento.

- La tua più grande rivale è forse stata la tua compagna di squadra Stefanie Sandler. Siete amiche o rivali? La sua precedente esperienza alle olimpiadi di Atene ti ha aiutata?

All´inizio non eravamo vicine dato che abbiamo personalità molto diverse, ma alla fine siamo diventate amiche. Penso che la sua esperienza mi abbia aiutato in piccola parte: credo che ogni persona reagisca in modo diverso e che alcune cose funzionino per una persona e non per un´altra, quindi il trucco è sapere qual è la cosa migliore per te.

- Cosa studi all´università? Hai avuto difficoltà a conciliare gli studi e gli allenamenti?

Studio scienze contabili; è molto difficile combinare le due cose, quasi impossibile, e questo anno è stato molto duro tornare dalle Olimpiadi e poi prepare gli esami universitari.

- Hai degli hobby?

Sí, l´arte, la musica, il nuoto

- Suoni qualche strumento?

Suonavo il pianoforte e il violino, e vorrei ricominciare a suonare il violino.

- Hai intenzione di continuare la ginnastica, magari fino a Londra 2012?

Sto pensando alla mia carrera e alla mia vita e non ho ancora deciso. È una desione molto difficile da prendere, lasciare la ginnastica ritmica, ma in Sud Africa è importante studiare e trovare lavoro, e le opportunità di lavoro nella comunità della ginnastica non sono grandi.

- Vuoi rimanere coinvolta nel mondo della ritmica dopo il ritiro, magari allenando?

Non sono sicura di voler allenare, e non sono qualificata per farlo, sicuramente voglio rimanere coinvolta ma non so a quale livello. Forse per la sponsorizzazione e la gestione.

- Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Sicuramente laurearmi ed avere successo. Vorrei creare un sistema grazie a cui le persone del Sud Africa possano conoscere chi sono i nostri atleti e non solo i pochi eroi sportivi famosi, perché credo che tutti gli sportivi lavorino molto e meritino un riconoscimento.

- Grazie!



A. Favarato (intervista e traduzione)

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